lunedì 23 settembre 2019

IL GIRO DEI TRE CONFINI

Quest’anno la scelta per l’escursione plurigiornaliera del Gruppo MTB CAI Lucca è ricaduta sullo straordinario giro alpino che tocca tre confini nazionali (Italia, Svizzera e Austria). Ci siamo impegnati per tre giorni partendo in auto venerdì 30 agosto da Lucca per giungere a San Valentino alla Muta (Val Venosta). Al mattino seguente di buon’ora abbiamo iniziato il nostro itinerario in mountain bike per concludere la giornata di sabato con l’arrivo a Scuol in Svizzera. Il terzo giorno siamo rientrati dalla Svizzera al punto di partenza in Italia dopo aver percorso un tratto in Austria; infine, ricaricate le bici in macchina, siamo rientrati a casa (tardi).

Sabato 31 agosto 2019, San Valentino alla Muta (IT) – Scuol (CH)
L’itinerario parte dalla stazione della seggiovia, appena fuori dal paese c'è subito modo di riempire borracce e sacche idriche di acqua fresca. Anche se su asfalto, il percorso si fa subito in salita, che mette alla prova soprattutto con lo stomaco pieno di una ricca colazione. Guadagnata un po’ di quota, già si gode del panorama sottostante sul lago di Resia. Dopo il piccolo borgo di Plagött, si passa al fondo sterrato di una strada forestale che continua a salire in direzione del Rifugio in cima alla seggiovia.


La prima salita sterrata, con il Lago di Resia sullo sfondo - Foto: Alessandro Tofanelli

Dopo aver percorso il 4° km si lascia la forestale per prendere, a sinistra, un diverso sentiero che conduce alla Malga Brugger. Dopo la malga, il contesto si fa più montano, con bestiame al pascolo, per entrare infine in una bellissima valle verde che ci fa godere – in un tratto pianeggiante - di uno splendido panorama. Da qui il percorso si fa decisamente più arduo per poter raggiungere – con tratti di portage o spinta a mano - il picco massimo di quota (2.320mt) della giornata. Proseguendo per il sentiero n. 8, un single-track che scorre lungo  un versante, si gode di una bellissima vista sulla valle sottostante fino a raggiungere il Rifugio Sesvenna, meta per la sosta di metà giornata con pranzo annesso.


Il sentiero che conduce al Rifugio Sesvenna - Foto: Alessandro Tofanelli

Lasciato il rifugio, prima di arrivare al vicino confine con la Svizzera, si passa attraverso un biotopo circondato da uno spettacolare comprensorio di alta montagna. Entrati in Svizzera, si percorre un divertente single-track tra mandrie di mucche e guadi di piccoli rivoli d’acqua fino all'inizio della gola della Val D'Uina. I cartelli in lingua tedesca e ladina (ricordiamo che siamo nel Cantone dei Grigioni) ci avvertono del tratto che ci aspetta, della sua bellezza e allo stesso tempo della sua estrema pericolosità. Praticamente si tratta di un sentiero ricavato su un costone di roccia a strapiombo (fino a 800m) che mette alla prova anche chi non soffre di vertigini. Lo si fa con un groppo in gola, senza fiatare, fermandosi lo stretto necessario per far passare chi viene dalla direzione opposta.


L'inizio del famoso sentiero della Val d'Uina - Foto: Alessandro Tofanelli

Solo alla fine di questo tratto eccezionale, si ricomincia a chiacchierare, ci si raccontano le emozioni provate, insomma ci si sfoga dopo un passaggio che fa provare sensazioni davvero intense. Da qui l’itinerario rientra nel bosco, il percorso si allarga fino a diventare una forestale che perde quota molto rapidamente, sempre costeggiando la gola della valle e offrendo splendidi paesaggi d’acqua e cascate. Quando la strada torna pianeggiante, si arriva nei pressi della cittadina di Sur En. Una bella ciclabile che risale per quasi 10km il fiume Inn ci porta a Scoul, la nostra destinazione finale di questa prima giornata in mountain bike. Preso possesso della camerata in ostello, dopo una doverosa doccia ci si prepara per un buona cena e una meritata dormita; abbiamo percorso circa 38km e 1.250m di dislivello positivo.

Domenica 1 settembre 2019, Scuol (CH) – Nauders (A) - San Valentino alla Muta (IT)
Dopo un’eccellente colazione a buffet, riempite di nuovo borracce e sacche idriche, si riparte in sella alle bici costeggiando di nuovo il fiume Inn (dal lato opposto però) per un lungo tratto, fino a riattraversarlo attraverso un bellissimo ponte coperto in legno.

La ripartenza da Scuol (CH), lungo il fiume Inn - Foto: Silvano Gozzi

Esaurito il tratto lungo il fiume (20km), si inizia a salire per una forestale che dopo 6km raggiunge il confine con l’Austria alla quota di circa 1.580m. Da qui si scende verso la cittadina di Nauders, godendo dei panorami circostanti fatti di verdi vallate, limpidi laghetti e verdi prati. Attraversato Nauders, dopo una breve sosta rigeneratrice, si riparte per l’ultima salita, la più impegnativa, un tratto di forestale di circa 8km con pendenza media dal 12 al 15%!!! Arrivati esausti alla Malga Stier, ci attende una meritatissima sosta per il pranzo e recupero delle forze. Un breve tratto che costeggia un laghetto e un biotopo ci porta al Plamort che coincide con il rientro nel confine italiano e col tratto di sbarramento anticarro usato in tempo di guerra.


L'imponente linea anticarro posta sul confine italo-austriaco - Foto: Silvano Gozzi

Dopo poco ci aspetta un magnifico panorama sul lago di Resia, che visto dall'alto è veramente mozzafiato.


Il magnifico panorama sul Lago di Resia - Foto: Silvano Gozzi

Adesso dobbiamo solo scendere al lago, lo facciamo attraverso un bel tratto di sentiero tecnico nel bosco che mette alla prova le sospensioni delle MTB e la nostra capacità di guida provata dai tanti km e dall'abbondante dislivello. Il sentiero è molto lungo, dobbiamo interrompere la discesa diverse volte per riprendere fiato e ricompattare il gruppo. Via via che si perde quota e ci si avvicina al lago, cresce l'aspettativa di vedere il famoso campanile semi sommerso che esce dalle acque del lago dal 1949-50, in seguito alla decisione di innalzare il livello del lago con la diga più a valle per produrre energia elettrica. Lo spettacolo è unico e una foto di gruppo a contorno non può mancare. Lasciato questo magnifico paesaggio, si percorre lungo il lago la ciclabile che ci riporta a San Valentino alla Muta. Raggiunto l’albergo, rimesse le bici sui veicoli, una bella doccia rigenerante e via, si riparte verso casa (questa volta in macchina).

Il gruppo dei partecipanti con il campanile sommerso sullo sfondo - Foto: Simone Bartoli

Il giro completo ci ha fatto pedalare per circa 90km, percorrendo 2.900m di dislivello. Un itinerario veramente straordinario, attraversando paesaggi alpini bellissimi, in ottima compagnia, all'insegna dello stare bene insieme e condividendo la passione della mountain bike!


di Alessandro Gamannossi


Il video è a cura di Alessandro Gamannossi.

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