Il massiccio delle Pizzorne è una
diramazione secondaria della dorsale principale dell’Appennino che, staccandosi
dalla Penna di Lucchio, si protende
nella piana lucchese sino a pochi chilometri dalla città capoluogo, con
un’altitudine media che si aggira sui 900 metri, mentre le elevazioni maggiori
superano, seppur di poco, i 1100
metri sul livello medio del mare. L’altopiano delle
Pizzorne, quindi, è collegato con quello del Tubbiano ad ovest e col massiccio del Battifolle ad est, formando un unico sistema montuoso. È delimitato
a nord dal tratto della Lima che
scorre fra Tana a Termini (della
quale è presente un interessante articolo sul numero di aprile 2016 di
Montagne360) e Chifenti, alla
confluenza col Serchio; ad ovest dal Serchio
fra Chifenti e Saltocchio; a sud dalle pianure lucchese e pesciatina e ad est dal
corso della Pescia Maggiore.
Nell’ultimo periodo abbiamo avuto
modo di esplorare il versante orientale di questo vasto e variegato sistema
montuoso, concentrandoci maggiormente nel territorio compreso tra Collodi, la Valleriana, l’altipiano carsico di Croce a Veglia e Lucchio
con la sua sovrastante Penna. Dal
punto di vista geologico, questa zona, è considerata come la più antica di
tutto il massiccio delle Pizzorne ed è caratterizzata dalla presenza di
numerose grotte che si aprono nelle rocce carbonatiche di cui è costituita.
Risulta molto interessante, quindi, per gli speleologi, i quali possono
esplorare le cavità disseminate in tutta la Val
di Lima. Ai nostri occhi, però, è apparsa molto interessante anche dal
punto di vista escursionistico, e quindi cicloescursionistico. Ed è proprio in
MTB, a onor del vero, che si percorrono nel migliore dei modi i molti
chilometri di piste forestali, mulattiere e sentieri (curati
dalla ASD "I Nani Svizzeri Valleriana MTB") che formano un intricato dedalo in questo
angolo di Pizzorne. Un angolo sconosciuto ai più, ma veramente ricco di natura,
cultura, storia e tradizioni che merita di esser riscoperto e valorizzato.
Il nostro tour, a cavallo tra la
Repubblica di Lucca e lo Stato Fiorentino, inizia da Collodi (Colle di Odo), alle estreme propaggini del Monte Battifolle, nel fondovalle della Pescia
Minore. È uno degli antichi castelli che facevano parte della Vicaria della
Valleriana, soggetto a molti assedi da parte dei fiorentini per strapparlo a
Lucca. Costruito lungo il pendio scosceso del monte, il paese vecchio sembra
quasi sostenuto dal Palazzo dei Garzoni; fino a pochi anni fa, l’accesso al
paese era possibile soltanto attraverso il portone centrale ancora oggi
fiancheggiato dagli edifici dei corpi di guardia. È possibile raggiungere la sommità
del paese/castello, pedalando su un tratto della “Via della Fiaba” e, da qui, ha
inizio una lunga sterrata (indicata dalla ormai vecchia segnaletica “Valleriana
Trekking”), la quale percorre il crinale che separa la valle della Pescia
Minore (o Pescia di Collodi) dalla valle della Pescia Maggiore. Quest’ultima
valle, denominata appunto Valleriana
(o Svizzera Pesciatina - questo nome
venne attribuito dal ginevrino Jean Charles Leonard Simonde de
Sismondi, che avrebbe riconosciuto nella zona una somiglianza con i
monti della sua terra natale, la Svizzera) è costituita dal bacino della Pescia di Pontito fino
alla confluenza con la Pescia di Vellano e dalla valle del Rio Torbola.
Caratteristica principale della Valleriana è la presenza delle sue “castella”,
ovvero dieci paesi arroccati in posizione strategica sui colli di questa valle;
sono tutti accomunati da alcune caratteristiche, quali l’essere esposti a sud,
protetti da mura (talvolta andate distrutte) e dotati di torre da avvistamento.
Alcuni di questi paesi, come ad esempio Medicina
e San Quirico, sono facilmente
raggiungibili dalla suddetta sterrata, la quale nella prima parte risulta, tra
l’altro, molto ben tenuta, con un fondo compatto e scorrevole. Continuando a
percorrerla, immersi in ombrosi boschi di castagno, si raggiunge la località di
Madonna del Tamburino con la sua
chiesetta, ma della quale non conosciamo molto. Successivamente, a poca
distanza, presso Uso di Sotto,
incontriamo l’omonimo rifugio, recentemente ristrutturato e gestito dalla
Protezione Civile di Pescia; situato a 850 metri sul livello del
mare, offre circa 20 posti letto, ristorazione e possibilità di campeggio.
Siamo ormai in prossimità del passo di Croce
a Veglia (905 metri
sul livello del mare), altipiano carsico posto sul crinale spartiacque tra le
valli dei torrenti Lima e Pescia, proprio sopra la “castella” di Pontito. Croce a Veglia è una località caratterizzata da verdi prati,
utilizzati ancora oggi come alpeggi per ovini e bovini. Questo luogo era famoso
in antichità perché vi si trovava un ospitale che forniva ricovero ai viandanti
che percorrevano l'antica strada che univa Lucchio e la Val di Lima a Pescia.
Meta fondamentale di questo tour è la vetta della Penna di Lucchio, ovviamente raggiunta a piedi. Questa montagna di
origine calcarea sovrasta il paese di Lucchio: è alta 1176 metri e domina le
valli della Lima e della Svizzera Pesciatina; dalla sua sommità si gode di un
panorama eccellente: si vedono le Alpi
Apuane, tutto il crinale appenninico, il vicino Monte Memoriante o, al di là della Lima, il Monte di Limano e l'ancor più severo Balzo Nero che sovrasta Vico
Pancellorum e la sua bellissima pieve.
Un'antica leggenda narra che dal
Passo di Croce a Veglia nelle notti d'estate i pastori del luogo vedevano
processioni di lumini che salivano lentamente i fianchi del monte e, una volta
raggiunta faticosamente la vetta, vi sostavano fino alle prime luci dell'alba e
sparivano nei raggi del mattino. Allora si pensava che fossero anime del
purgatorio salite lassù per scontare i loro peccati e per loro venivano
recitate preghiere.
Scesi dalla Penna, percorrendo un
bel sentierino in un bosco di latifoglie si giunge in breve tempo a Lucchio. Questo paese è ricordato per la
prima volta nel catalogo delle chiesi lucchesi del 1260, ma le strutture
architettoniche della sua famosa Rocca fanno intendere che essa esisteva
sicuramente già nell’anno Mille. Essendo la prima fortezza posta sui confini
con lo stato fiorentino, subì diversi assedi, ma i suoi abitanti, condizionati
anche da un’agricoltura poco remunerativa, godettero per qualche tempo di
particolari agevolazioni tributarie perché nel 1437, in occasione di
un’invasione fiorentina, Lucchio fu l’unico centro della Val di Lima che non
venne espugnato. Dopo una veloce discesa, la nostra cicloescursione si conclude
a Tana a Termini, ritrovandoci ancora
una volta, idealmente, tra la Repubblica di Lucca e lo Stato Fiorentino.
Bibliografia
Le Pizzorne e i paesi che le circondano – Carlo
Gabrielli Rosi (ed. La Balestra)
Webgrafia
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