mercoledì 19 gennaio 2022

SABATO 29 GENNAIO - SANT'ANNA DI STAZZEMA E MONTE GABBERI


Il Gruppo MTB CAI Lucca organizza questa escursione sulle Alpi Apuane meridionali; partiremo dallo stadio comunale di Camaiore e attraverso le frazioni camaioresi di Montebello, Monteggiori e La Culla giungeremo, prevalentemente su asfalto, a Sant’Anna di Stazzema, dove faremo visita al Monumento dell’Ossario.  Il monumento, posto sul Col di Cava, incorniciato da montagne fitte di vegetazione, domina, a perenne monito, la pianura ed il litorale sottostanti. Venne realizzato nel 1948 su progetto dell’architetto Tito Salvatori, ed è costituito da una torre in pietra a faccia vista alta 12 metri, sorretta da quattro arcate, sotto le quali è collocato un gruppo scultoreo rappresentante una giovane madre caduta sotto il fuoco nazifascista, opera dello scultore Vincenzo Gasperetti. Il basamento, concepito come una vasta terrazza panoramica, accoglie i resti delle oltre 560 vittime della strage del 12 Agosto 1944.  Una lapide, sul retro del monumento, riporta i nomi dei caduti di cui fu possibile l’identificazione. Dopo aver reso omaggio al Monumento ci dirigeremo verso la Foce di Farnocchia percorrendo il sentiero CAI n. 4 e quindi verso la vetta del monte Gabberi, dove non potremo però portare le nostre mountain-bike che verranno lasciate leggermente più a valle. Nonostante il Gabberi rappresenti, con la sua scarsa quota (1108 metri) una modesta vetta delle Apuane meridionali, le cosiddette Apuane riposanti, è decisamente un notevole punto panoramico sulle Panie e sul mare. Nei giorni più tersi la visuale spazia fino alla Corsica e alle Alpi Marittime. La vetta, con la sua mole, domina la piana di Camaiore e la divide dal bacino del Vezza, nel comune di Stazzema nel territorio del quale è interamente compreso. Sulla vetta c’è una grande croce metallica e la montagna è molto boscosa nonostante gli aspri affioramenti rocciosi. Dopo aver goduto del panorama risaliremo sulle nostre mountain-bike per affrontare l’impegnativa discesa fino a Camaiore. Percorreremo dapprima il sentiero CAI n. 107 fino alla Foce di San Rocchino per scendere poi verso il caratteristico borgo dei murales di Casoli e successivamente lungo il caratteristico sentiero che scende lungo il torrente Candalla per rientrare a Camaiore.
L’escursione per la sua lunghezza e dislivello comporta una preparazione tecnica e fisica adeguata. Sono previsti diversi tratti con bici in spalla e le discese presentano tratti tecnici impegnativi.
 
Il direttore si riserva di variare l’itinerario in qualsiasi momento.
 
Come riportato nella circolare del 10 gennaio 2022 del Club Alpino Italiano, a partire dal 10 gennaio 2022 e fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica, l'accesso e la partecipazione alle attività all'aperto sono consentiti ai soggetti in possesso di Green Pass rafforzato.

Si consiglia di avere con sé una catena con lucchetto, in quanto lasceremo le mountain-bike all'inizio del sentiero per la vetta del monte Gabberi.

Termine iscrizioni: giovedì 27 gennaio ore 18.00 - ISCRIZIONI CHIUSE
  • Difficoltà: salita: MC(BC)/BC+(OC);
  • Tempo di percorrenza: 6 ore circa;
  • Lunghezza: 30 km circa;
  • Dislivello: +/- 1250m circa;
  • Ciclabilità salita: 95%;
  • Ciclabilità discesa: 98%;
  • Orari: ritrovo ore 8.30 - partenza ore 9.00;
  • Trasporto: mezzi propri;
  • Ritrovo: Stadio Comunale di Camaiore, Camaiore (LU)
  • Costo: partecipazione gratuita - assicurazione NON Soci €11,55;
  • Pranzo: al sacco;
  • Direttore: Alessandro Tofanelli;
  • Info: mtb@cailucca.it 
Leggi anche il Regolamento cicloescursioni

Powered by Wikiloc
Luogo di ritrovo

domenica 2 gennaio 2022

LO STELVIO E IL GOLDSEE TRAIL

Da diverso tempo David (Maffo per tutti noi) mi parlava di questo famosissimo trail, riconosciuto da tutti come uno dei più spettacolari dell'intero arco alpino. L'estate scorsa, a fine agosto, abbiamo trovato il weekend adatto per andarlo a provare. Controllate le previsioni meteo, studiato il percorso e prenotata una camera d'albergo sul Passo dello Stelvio, restava solo da caricare tutto il necessario sulla mia auto e partire. E, così, venerdì 27 agosto ci muoviamo in direzione dell'Alto Adige.

All'arrivo al Passo dello Stelvio, nel pomeriggio
  

Nel pomeriggio arriviamo in albergo, sistemiamo le nostre cose e usciamo subito. Non che ci sia molto da vedere al Passo dello Stelvio. Andiamo, però, a cercare l'attacco del sentiero che, l'indomani, ci porterà all'imbocco del Goldsee Trail. Lo troviamo e ne facciamo un pezzo a piedi, scattando anche qualche foto. Si tratta di un sentiero abbastanza ripido, che in breve ci fa guadagnare un po' di quota, arrivando in prossimità del rifugio Cima Garibaldi. Siamo a cavallo tra Italia e Svizzera in questo punto.

La scultura in memoria degli Alpini caduti in guerra

Il panorama è fantastico. Il ghiacciaio dell'Ortler si trova lì davanti a noi, mentre una scultura metallica ci ricorda che le vette che circondano il Passo dello Stelvio furono grandi protagoniste nel corso della prima guerra mondiale: il gruppo dell’Ortles – Cevedale fu il fronte occidentale dei combattimenti che videro coinvolti i nostri soldati. 

Panorama dal rifugio Cima Garibaldi
  

Il mattino seguente ci svegliamo prestissimo, per partire alle prime luci del giorno. Questo perché, per evitare problemi di "traffico" tra i diversi fruitori di questo sentiero, ai cicloescursionisti in MTB viene chiesto di raggiungere il rifugio Forcola entro le ore 10 del mattino. Mentre la seconda parte di sentiero, quella che prosegue oltre il rifugio, non ha nessuna restrizione per le MTB.

David all'inizio del Goldsee Trail
 

Fatta un'abbondante colazione, usciamo dal tepore dell'albergo per assaporare il freddo pungente del primo mattino. La temperatura, infatti, è di alcuni gradi sotto lo zero; siamo a fine estate ed è normale a queste quote. La sensazione di freddo passa quasi subito. Ci basta, infatti, percorre i primi metri del trail, far scorrere il sentiero sotto le nostre ruote e ammirare i maestosi panorami per restare a bocca aperta. A dire la verità, io ho qualche problemino: non sono molto abituato a queste quote e, soprattutto, a passarci diverse ore. Mi sono svegliato, infatti, con un fastidioso mal di testa ed anche in sella mi sento impacciato e rallentato nei movimenti. Questo malessere e queste sensazioni mi accompagneranno per un bel po'. David, invece, sta bene e si gode molto di più i primi chilometri del Goldsee Trail.

Ancora David, sul primo tratto flow del trail
 

Durante la discesa verso il rifugio Forcola, l'esposizione verso valle è sempre marcata e la tecnicità del sentiero aumenta, senza diventare mai impossibile. Incontriamo pochi escursionisti a piedi che procedono nella direzione opposta alla nostra. Noi, prontamente, li facciamo passare dandogli la precendenza.

Panorama lungo il Goldsee Trail
 

Giunti al rifugio decidiamo di fermarci, prendiamo un thè per scaldarci per poi proseguire. Ora il sentiero procede a mezzacosta in un continuo susseguirsi di "sali e scendi", restando sempre molto interessante dal punto di vista del panorama e degli ambienti attraversati. Tratti in cui pedaliamo in boschi di abeti e larici, si alternano a tratti in cui lo sguardo spazia sulla Val Venosta che, con i suoi numerosi e ordinati frutteti, vista dall'alto, sembra un grande mosaico.


In entrmbe le foto: la Val Venosta vista dall'alto
 

Scendendo ancora e avvicinandosi alla valle, il sentiero torna ad essere abbastanza tecnico e molto bello da guidare, forse anche più della prima parte. Arriviamo a Prato allo Stelvio dopo 27 interminabili chilometri quasi tutti in discesa. Già abbastanza stanchi, parecchio polverosi e affamati. Ci fermiamo, quindi, a mangiare qualcosa in un bar/alimentari in paese prima di ripredere la strada asfalta per il Passo dello Stelvio. Sì, avete capito bene. Niente shuttle, niente servizio di trasporto bici. Ce ne torniamo all'albergo con le nostre gambe, affrontando i 48 tornanti in sella alle nostre pesanti MTB in mezzo ad una nutrita schiera di ciclisti da strada con le loro "specialissime" da pochi chilogrammi di peso. Alla fine giungiamo al passo (gli ultimi due o tre chilometri li facciamo sotto una leggera nevicata), dove le persone sono pronte a salutarti e applaudirti solo per il fatto di essere arrivato lì con le tue forze. Doppia soddisfazione. La nostra avventura è giunta al termine, ora è il momento di una doccia calda e di una bella birra.

 

Testo e foto di Elia Serafini