Breve report di un giro apuano, di quelli con la "A" maiuscola, di quelli che ricorderai per un bel po' di tempo. Si tratta di una cicloescursione che abbiamo provato la prima volta nel novembre del 2020, promettendoci di ripeterlo per migliorarlo in alcuni punti, in particolar modo nel tratto compreso tra la fonte di Moscoso e il rifugio CAI Forte dei Marmi. L'idea era di renderlo più ciclabile anche in questo tratto. E per carità, parliamo sempre di sentieri apuani, qui i miracoli non si fanno, ci sarà sempre un po' di sano spintage/portage.
Come tradizione vuole, questo giro va fatto a novembre, per godere al meglio della luce autunnale, con il sole mai troppo alto sull'orizzonte che disegna lunghe ombre sui crinali, sui rilievi e tra le valli, donando quel senso di profondità difficilmente percettibile in altri periodi dell'anno. Se poi avete la fortuna di beccare (o la voglia di aspettare) la giornata metereologicamente perfetta, con poca foschia, probabilmente vi regalerete il giro dell'anno sulle Alpi Apuane. Noi abbiamo avuto la fortuna di beccarla la giornata ideale; si potevano osservare le vette del crinale appenninico imbiancate dalla prima neve della stagione, per poi voltarsi dall'altra parte e vedere il mare, le isole, i golfi e i monti tingersi di arancione nel pomeriggio. Sì, perché questo giro lo inizi la mattina e lo finisci poco prima che il sole tramonti.
Partenza, dunque, da Trebbio alle 8 in punto del mattino, per risalire la lunga - ma piacevole - asfaltata che, passando da Pescaglia, porta fino a Foce di Sella. Continuiamo a salire su asfalto, ancora per pochissimi chilometri, fino a raggiungere località Groppa. Ora ha inizio il bello: si lascia definitivamente l'asfalto e si imbocca subito il sentiero CAI 103, il quale traversa tutto il versante nord del monte Piglione, che tra l'altro, sarà la vetta che raggiungeremo nel pomeriggio. Si pedala abbastanza bene questo sentiero, soprattutto nella seconda parte, e regala anche tratti appaganti con vista sul Matanna e il gruppo delle Panie.
Raggiunta la Foce del Termine (o del Crocione), si prende la bici in spalla e si sale fino alla Foce del Pallone. Il particolare toponimo di questo luogo, deriva dal fatto che era la "stazione di arrivo" del pallone aerostatico frenato, che da Grotta all'Onda giungeva fin qui, nei pressi dell'albergo Alto Matanna. Una sorta di antenato, dunque, delle più moderne funivie. Anche noi, rimontati in sella, ci avviamo verso il suddetto albergo, che funge anche da bar/ristorante e piccolo spaccio di prodotti tipici. Dopo un buon caffè, è l'ora di avviarci verso Palagnana, percorrendo il divertente sentiero CAI 3. Solo il tratto iniziale, rovinato dalle forti piogge, non è ciclabile, ma dopo diventa veramente interessante percorrerlo in mountain-bike.
In pochi minuti ci ritroviamo tra le case più a monte di Palagnana, quindi usciamo dal piccolo borgo per iniziare nuovamente a salire, stavolta su sentiero CAI 8, in direzione della Foce delle Porchette. Anche questo toponimo ha un significato ben preciso: "porchette" deriva da "porca" e, quindi, da aiuola o terrazzamento. Questa zona era caratterizzata dalla presenza di terrazzamenti, strappati a fatica dai fianchi della montagna, per consentire agli uomini di un tempo, che abitavano questi luoghi, di poter coltivare un po' di patate e cereali.
Dopo aver mangiato qualcosa, ripartiamo dalla foce, sempre su sentiero CAI 8, in discesa e in direzione della fonte di Moscoso. Questo tratto di sentiero si presenta abbastanza tortuoso e tecnico, con fondo sconnesso e irregolare.
Giunti nei pressi della fonte percorriamo un breve tratto di sentiero CAI 121. Dopo poche decine di metri lo abbandoniamo in favore del sentiero CAI 6 che, costeggiando i versanti nord del monte Procinto, del Torrione Bacci e della Bimba del Procinto, conduce al Colle del Prato e da qui, su sentiero CAI 5A, arriviamo al rifugio CAI Forte dei Marmi. Questa scelta si è rivelata più pedalabile e divertente rispetto a quella fatta un paio di anni fa, quando decidemmo di passare dalla Baita degli Scoiattoli.
Al rifugio CAI Forte dei Marmi sono d'obbligo una fetta di torta di farina di castagne e miele e qualche chiacchiera con gli altri escursionisti avventori. Dopo aver fatto rifornimento di acqua ripartiamo in direzione della Foce di Grattaculo. In un continuo "mangia&bevi", lunghi tratti pedalati si alternano a piccole interruzioni in cui è necessario scendere dalla bici e spingerla per superare l'ostacolo di turno. Giunti alla foce intercettiamo il sentiero che ci porterà nuovamente alla Foce del Pallone. Anche qui vale il discorso precedente: lunghi tratti in cui si può pedalare e alcuni passaggi in cui si è obbligati a ricorrere al portage.
Qui termina l'anello attorno ai monti Matanna e Nona. Ora non ci resta che salire in vetta al Piglione. Dalla foce si scende per lo scassato sentiero diretto al Termine, dove siamo già passati in mattinata. Dopodiché ci attende nuovamente il portage per alcuni metri di dislivello, tornando a pedalare fino all'inizio della salita del monte Piglione. Ancora portage fino al primo scollinamento, poi si riesce a pedalare abbastanza bene per un bel tratto, mentre la parte finale per arrivare sul crinale andrà fatta con la bici in spalla.
- Difficoltà: BC/BC+(OC) - vedi scale di difficoltà
- Distanza: 39km circa
- Dislivello: +/- 2000m circa
- Ciclabilità salita: 95%
- Ciclabilità discesa: 98%
La traccia gpx può essere scaricata da qua:
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